domenica 8 febbraio 2009

MAI DIMENTICARE CHE RATZINGER E' STATO NELLA HITLERJUGEND

Mentre i fratelli Scholl venivano decapitati (guardatevi il grande e tremendo film "La Rosa Bianca") il nostro caro Ratzinger alzava il braccio nel saluto nazista
Eppure Sophie Scholl aveva solo 21 anni quando, nel 1943, venne arrestata per aver diffuso volantini che incitavano i cristiani a ribellarsi, in nome dei valori cristiani, all'abominio nazista. Dopo quattro giorni e un processo farsa venne ghigliottinata assieme al fratello e ad un'altro compagno Anche lei era stata nella Hitlerjugend, ma non aveva servito il regime fino alla catastrofe finale.
Nel 1944 il nostro Ratzinger aveva 17 anni, a quell'età molti dei nostri erano già in montagna a fare i partigiani, e Sophie Schol, già a 16 aveva fatto la sua scelta, ancora non resa obbligatoria dall'imperativo morale della guerra, ma indubbia.
Ratzinger invece disse di essere stato costretto ad aderire alla Hitlerjugend, che l'adesione era obbligatoria e che nel 1944 disertò. Strano disertore visto che nel 1945 venne rinchiuso come prigioniero di guerra dagli alleati nel campo di concentramento di Ulm; gli alleati avevano ben altri problemi che richiudere ragazzi foruncolosi e sbandati nei campi di concentramento; è che era stato preso con la divisa della Hitlerjugend, quindi lui, o qualcuno dei suoi biografi non la conta giusta. L’Hitlerjugend, la stessa, che su ordine del folle dittatore sparava sui borgomastri che si arrendevano agli alleati o distribuiva (a Berlino) pillole di cianuro alle donne affinchè si suicidassero per non cadere in mano ai sovietici.
Che non si dica poi che in Germania non si sapeva dello sterminio degli ebrei. Ormai è accertato che tutti sapevano. Forse non erano chiari i particolari, ma il piano notte e nebbia era evidente a tutti: i vagoni piombati che partivano, la gente che spariva, le voci che circolavano
Ratzinger quindi poteva e doveva sapere che abominio stava sostenendo, se non attivamente almeno con il suo silenzio. Ma, per lui allora, come oggi era più importante non masturbarsi che opporsi all'abomio hitleriano. Sophie Scholl riteneva invece che un cristiano non potesse accettare quello che stava avvenendo, anche a rischio della propria vita. Ora questo papa che sta producendo santi e beati in quantità industriale e non è che gli venga in mente di portare sugli altari i veri santi (Sophie Scholl e la rosa bianca), ne' potrà farlo perchè ciò dimostrerebbe la sua viltà morale in un determinato periodo della sua vita.
E' certo comodo fare alta filosofia, rifugiarsi nelle vette della teologia, ma quando c'era bisogno dov'era questo povero uomo?
Ad Auschwitz Ratzinger ha detto "In un luogo come questo vengono meno le parole, in fondo può restare soltanto uno sbigottito silenzio, un silenzio che è un interiore grido verso Dio: Perché, Signore, hai taciuto?", troppo comodo Beppe, troppo comodo chiedere a Dio perchè ha taciuto, chiediamo a te perchè hai taciuto, Dio la sua voce l'aveva fatta sentire e i cuori di giusti come Sophie Scholl l'avevano udita.
Dare la colpa a Dio della propria e altrui viltà era, fino all’avvento di questo papa, una bestemmia.
Perché quindi meravigliarsi del silenzio di questo papa su un vescovo che nega che vi sia stato lo sterminio degli ebrei?